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Cos’è la neurocosmesi e quali sono i suoi benefici?

La neurocosmesi è una branca della cosmetica che sfrutta la correlazione tra la pelle e il cervello, utilizzando principi attivi in grado di ridurre situazioni di stress, stanchezza, emicrania o disturbi psicosomatici. Questo è possibile perché anche la pelle è un organo vitale che, attraverso le terminazioni nervose, si collega a tutti gli altri organi, compreso il cervello.

Il professor Laurent Misery, negli anni 2000, fu il primo a definire il concetto di “neurocosmesi”, una cosmesi innovativa, quindi, che prevede l’utilizzo di prodotti più efficaci di un semplice cosmetico, ma meno invasivi di un farmaco.

Neurocosmesi: la connessione tra mente e corpo

La neurocosmesi si pone l’obiettivo di andare oltre la cura della pelle, intervenendo su stress e cattivo umore e, per farlo, si avvale di prodotti cosmetici che non vengono semplicemente assorbiti dalla pelle, ma la stimolano per raggiungere il sistema nervoso attraverso un concetto alternativo di salute che va alla ricerca del benessere psicofisico. D’altronde, la connessione tra mente e corpo è banalmente dimostrata dal fatto che, spesso, ansie e stress si manifestano sotto forma di inestetismi cutanei: a chi non è mai capitato di avere uno sfogo sulla pelle in un periodo difficile?

Le somiglianze tra il cervello umano e il cervello canino

Allo stesso modo i nostri cani che da millenni vivono in simbiosi con gli umani, con la loro spiccata sensibilità multisensoriale condividono emozioni fondanti quali rabbia, amore, paura, gioia, tristezza, stati di agitazione o stress, cambiamenti d’umore e delle condizioni psicofisiche.

Al contempo, oltre a condividere le emozioni degli amici umani, i cani hanno personalità e sensibilità proprie: anch’essi sono soggetti a cambiamenti d’umore, stati d’agitazione e stress che possono riflettersi sul loro benessere psicofisico proprio come accade agli umani. Del resto, le analogie nel funzionamento del cervello umano e quello canino sono state dimostrate dal professor Gregory Berns dell’Università di Atlanta: l’esperto ha osservato che, per omologia funzionale, “le aree cerebrali umane che si «illuminano» quando si pensa a situazioni piacevoli (cibo, amore) sono esattamente le stesse che si «illuminano» nel cane quando gli si fornisce l’indicazione di dove è il suo cibo preferito”

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